Khanukkà (Chhanukkà) חנוכה
Dalla sera del 24 Kislev 5785 (25 dicembre 2024) al 2 Tevet 5785 (2 gennaio 2025)
La festa di Khanukkà, che non è prescritta dalla Torà ma dal Talmùd (Shabbàt 21b), celebra un evento della storia ebraica verificatosi nel 165 a.e.v.: il re Antioco IV, che dominava su Eretz Israèl, cercò di imporre agli ebrei la cultura greca. Per costringerli ad abbandonare Hasèm e diventare idolatri, vietò l’osservanza di importanti norme della Torà: lo Shabbàt, la milà e la celebrazione del Novilunio; giunse a porre degli idoli nel Santuario e a consacrare un altare del Tempio a Zeus.
La situazione era molto pericolosa poiché il popolo ebraico rischiava di scomparire inghiottito dall’ellenismo; mentre alcuni si lasciarono assimilare, però, altri si ribellarono. Tra i capi della rivolta vi erano gli Khashmonaìm (asmonei o maccabei), figli del Cohèn Gadòl Matithyhàu. Sotto la guida di Yehudà Maccabì, la rivolta raggiunse il culmine con la liberazione di Yerushalàyim e del Tempio dal dominio straniero; solo un miracolo permise ai “pochi” di sconfiggere l’esercito di Antioco.
Il 25 di Kislèv dell’anno 3622 (164 a.e.v.) i maccabei liberarono il Tempio di Yerushalàyim. Gli ebrei ripararono, pulirono e consacrarono nuovamente il Tempio al servizio divino. I sigilli apposti sulle scorte d’olio d’oliva puro erano stati infranti e, pertanto, resi impuri dagli invasori. Al momento di accendere la Menorà, trovarono solo una piccola ampolla d’olio d’olivo puro, chiusa con il sigillo del sommo sacerdote, che sarebbe bastata solo per un giorno. Miracolosamente, l’olio durò otto giorni, il tempo necessario per preparare l’olio nuovo. In ricordo di questo miracolo i saggi istituirono la festività di Khanukkà. Per commemorare il miracolo, a partire dal 25 di Kislèv ogni sera per otto giorni si accendono i lumi di una lampada a otto braccia (più una centrale, detta shammàsh, “servitore della luce) chiamata Khanukkiyà.
SIGNIFICATO
Il termine Khanukkà significa inaugurazione e si riferisce all’inaugurazione del Bet Hamikhdàsh al tempo dei maccabei.
COME SI FESTEGGIA
Il miracolo di Khanukkà trascende le leggi della natura. gli ebrei erano in minoranza, i greci in maggioranza; gli uni deboli, gli altri forti. Tuttavia grazie all’intervento divino, si verificò un miracolo e gli ebrei vinsero.
Per ricordare i miracoli i miracoli di Khanukkà noi oggi festeggiamo in questo modo: accendiamo le candele della Khanukkiyà ogni sera, partendo da una, la prima sera, fino ad arrivare a otto candele l’ottava sera e per fare ciò usiamo un nono lume, lo shammàsh.
Riguardo alla Khanukkiyà esistono diverse usanze: le famiglie ashkenazite usano accederne una per ogni membro della famiglia, mentre quelle sefardite usano accendere un’unica Khanukkiyà per tutta la famiglia. La cosa fondamentale è accendere i lumi del proprio focolare domestico, perché è importante festeggiare in famiglia.
Altri simboli legati a questa festa sono: il sevivòn, una trottolina che ricorda quel tempo in cui ai bambini era vietato studiare la Torà (essi fingevano di giocare con le trottole, mentre in realtà studiavano di nascosto) e le sufganiòt (ciambelle fritte), i dolci caratteristici della festa di Khanukkà che vanno fritte nell’olio, perché è appunto l’olio trovato nel Kad (ampollina) il soggetto miracolo di cui celebriamo il ricordo.
Oltre ad accendere le candele, si usa intonare diversi canti che parlano del Kad, del Servivòn e dei miracoli. Anche se non esiste una vera e propria tradizione nel fare i regali (come accade a Purìm), in molte famiglie si usa distribuirli; alcuni elargiscono un piccolo dono ai figli ogni sera.
E’ molto importante far partecipare ai festeggiamenti tutti i bambini, ai quali si usa regalare un servivòn. Quelli più grandi, oltre a festeggiare, è bene che studino anche i temi relativi alla festa, perché è importante comprendere il significato di Khanukkà. C’è, infine, l’usanza di divulgare il miracolo festeggiando in un luogo pubblico insieme a tanta gente.